Have you ever had a Dream?, One shot

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>> GoccioLa;
view post Posted on 21/6/2010, 10:31




Massì, posto qualcosa di mio anche io. Quando ho un po' di ispirazione mi piace scrivere ma devo dire che ultimamente la vena artistica mi sta un po' abbandonando: questa è l'ultima one shot che ho scritto dopo un periodo di "silenzio" durato 4 lunghi mesi. E' stato frustrante non riuscire più a buttare giù nemmeno una riga!
Onestamente non so come sia nata questa one shot: ricordo solo che avevo una strana voglia di scrivere e nessuna idea. Penso di essermi lasciata trasportare dall'inconscia ispirazione xD
Nient'altro! xD Bho.. spero che vi piaccia!

Have you ever had a Dream?

-Sparirai come tutto il resto e io rimarrò di nuovo sola.- abbassai lo sguardo, colpita dalla verità delle mie parole. Non ricevetti alcuna risposta, se non un sospiro triste.
-Non sei sola, lo sai. Non lo sei mai stata.- mi disse poi con la sua voce vellutata.
Scrollai le spalle e gli rivolsi un sorrisetto ironico.
-Tu non ci sei più.- sputai, acida –Come fai a dire che non sono sola?- incrociai le braccia sul petto e rivolsi lo sguardo verso un orizzonte inesistente.
Non disse nulla ma sentivo ancora i suoi occhi puntati su di me: l’assenza della sua voce non faceva che appesantire il silenzio che ci circondava.
-Hai mai avuto un sogno?- la sua domanda, proferita con tono triste, mi colpì come una lama nel petto, anche in quel luogo in cui nulla avrebbe potuto farmi del male.
Mi girai di scatto verso di lui incontrando il suo sguardo: quello che vidi non era quello che ricordavo, però. I suoi occhi non erano più vispi e splendenti come lo erano sempre stati; erano opachi, velati da uno strato di malinconia. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo, così abbassai il mio e, mentre una lacrima mi rigava una guancia, un ricordo si faceva spazio nella mia mente.

-Hai mai avuto un sogno?-
Aggrottai appena la fronte a quella domanda dal momento che non capivo da cosa nascesse.
-Che c’entra ora?- chiesi, confusa.
-L’hai mai avuto?- domandò nuovamente, come se non avesse udito la mia richiesta –Qualcosa di così grande e luminoso il cui solo pensiero era in grado di invaderti totalmente ma che allo stesso tempo era così piccolo da poter essere custodito nel tuo cuore, nascosto a chi avrebbe potuto offuscarlo?-
Piegai leggermente la testa di lato e cercai di afferrare fino infondo le sue parole: dovevano celare qualcosa che non riuscivo ad comprendere. Rimasi in silenzio, attendendo un chiarimento che non arrivò, arricciai appena le labbra e mi concentrai su me stessa: avevo mai avuto un sogno?
-Allora?- mi incitò a rispondere con uno sguardo curioso e impaziente.
-Non lo so..- mormorai, insicura ma sincera –Forse..-
-Che razza di risposta è?- scoppiò in una risata cristallina che diede colore al grigio che la pioggia creava intorno a noi e che contagiò anche me, portandomi a sorridere.
-Che razza di domanda è la tua, piuttosto!- lo apostrofai, dandogli un leggero buffetto sul braccio –Non è facile come sembra. Si possono avere un sacco di sogni ma quanti sono come li hai descritti tu?- un leggero sorriso condì il suo viso, che rivolse poi alla pioggia scrosciante.
-Solo quelli veri lo sono. Solo quelli per cui saresti disposta a dare la vita.- mi spiegò pacatamente.
Osservai le gocce di pioggia scivolare lente sul vetro della finestra davanti a cui ci trovavamo e cancellai, pensierosa, il nebuloso paesaggio che si stagliava oltre questa, concentrandomi sulle piccole lacrime che sembravano voler rimanere a tutti i costi aggrappate a quella superficie lucida e lottare per restare in vita.
Scossi la testa, rendendomi conto di quanto fosse stupido il mio pensiero: le gocce non muoiono, è solo acqua.
-Che c’è?- mi chiese con uno sguardo interrogativo e la fronte leggermente aggrottata che gli dava un’espressione piuttosto buffa.
-Le gocce..- mormorai semplicemente, sorridendo come per invitarlo a non dar peso alla cosa.
-Si rincorrono?- ridacchiai a quella domanda poiché mi ricordai di un gioco che facevamo da bambini nelle giornate di pioggia e che chiamavamo “la gara delle gocce”: sceglievamo una goccia a testa e aspettavamo di vedere quale arrivava prima al bordo della finestra.
-No..- lo corressi –Cadono.- sospirai profondamente e ripresi a guardare fuori dalla finestra –Ma è solo acqua.- aggiunsi poi, con tono vuoto.
-Solo acqua..- mi fece eco lui senza aggiungere altro.
La stanza ripiombò in un leggero silenzio, attenuato dal rumore della pioggia che picchiettava sui vetri. Chiusi gli occhi per bearmi di quel suono che amavo così tanto: mi aveva sempre regalato un senso di tranquillità e pace, molto di più del cinguettare degli uccellini in primavera che, in realtà, trovavo un po’ snervante. La domanda che mi aveva rivolto poco prima tornò a rimbombarmi nella mente: provai a ragionare, a concentrarmi su ciò che amavo ma nulla di luminoso invase il mio corpo, nulla di grande fece palpitare il mio cuore.
Riaprii gli occhi, delusa di constatare che io non avevo alcun sogno.
-E tu?- spezzai il silenzio in cerca di una risposta che mi facesse sentire un po’ meno infima –Tu l’hai mai avuto un sogno?- mi avvicinai di più a lui e intrecciai la mia mano con la sua.
Annuì, sorridendo.
-Io vorrei che ci fosse sempre il Sole.- mi rispose, regalandomi un dolce sorriso.
-Il sole? Tutto qui?- chiesi, stupita che il suo grande sogno fosse un po’ di sole in più. –Pensavo a qualcosa di più elaborato..- appoggiai la fronte alla finestra, sbuffando.
-Non deve essere necessariamente qualcosa di.. elaborato, come dici tu. Un sogno è un sogno e quello che a te può sembrare patetico per un altro può essere la cosa più importante si questo mondo.- mi guardò intensamente come se dietro quelle parole ci fosse un messaggio che non voleva esprimere apertamente, per chissà quale motivo. Non mi aveva mai guardato così e, benché lo conoscessi meglio di quanto conoscevo me stessa, non riuscii a decifrare quella implicita rivelazione.
-Stiamo ancora parlando dei sogni?- domandai, insicura.
-Forse..- rise appena e mi diede un leggero bacio sulla fronte –Capirai.-


Alzò il mio viso con un dito e raccolse la lacrima che, silenziosa, aveva solcato il mio viso.
-Non hai mai risposto alla mia domanda..- mi disse, abbozzando un sorriso.
-E io non ho mai capito la tua risposta.- sbottai, stizzita –Il sole..- borbottai.
Notai un leggero brillio nei suoi occhi seguire la mia affermazione: era quel luccichio che compariva tutte le volte che qualcosa gli faceva piacere. In quel momento però proprio non capivo cosa potesse aver ridato quel poco di colore al suo sguardo triste.
-L’hai sempre saputo, invece.- mi sorrise e accolse le mie mani tra le sue. Aprii la bocca per ribattere ma il suo sguardo speranzoso mi indusse a chiuderla e riflettere per un momento: il mio cuore iniziò a battere veloce e in un attimo capii.
-Volevi che ci fosse sempre il Sole..- esordii con voce tremante –Ero io..il Sole.-
Annuì, felice che ci fossi finalmente arrivata.
-Non si è realizzato il tuo sogno, però..- convenni cercando di trattenere le lacrime, nonostante il groppo che sentivo nella gola fosse un pesante macigno.
-Sì invece. Tu sei qui.- mi accarezzò leggermente la guancia e, poi, con un gesto, mi invitò a guardare poco più in là. Osservai il posto in cui mi trovavo per la prima volta da quando, inspiegabilmente, ci ero arrivata e notai che non c’era nulla, se non una coltre di quella che sembrava una densa nebbiolina, sebbene avesse un’improbabile tonalità azzurrognola. Aguzzai meglio la vista in cerca di quel che voleva mostrarmi ma non vidi niente.
-Vieni..- mi disse, intuendo la mia difficoltà. Mi sentivo assurdamente leggera camminando in quello strano luogo, come se non esistesse una vera e propria gravità. Quello che davvero mi stupì, però, fu il fatto che più avanzavamo e più mi rendevo conto di quello che mi circondava: non c’era il nulla come mi era sembrato di capire inizialmente, anzi, nascosti dalla nebbia potevo scorgere alberi verdeggianti e fiori profumati. Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere compiaciuto. Si fermò a un tratto davanti a un grande specchio, dalla cornice lavorata in uno stile quasi rinascimentale: ci guardai dentro ma mi accorsi che non vi era riflessa la nostra immagine ma una stanza che conoscevo fin troppo bene.
-Ma quella è camera mia!- esclamai quasi spaventata –E quella sono io!- aggiunsi, indicando la mia figura dormiente nel letto.
-Ti osservo spesso da qui e ogni tuo gesto, ogni risata illumina tutto quello che mi circonda. Sei tu la Luce in questo luogo!- strinse più forte la mia mano mentre ancora sbalordita mi osservavo sognare chissà quali mondi. O forse..
-E’ un sogno questo?- chiesi d’istinto dando voce al mio sospetto.
-Può esserlo, se vuoi.. o puoi decidere che sia reale! Sta a te..-
Un silenzio, questa volta carico di riflessioni, tornò ad avvolgerci: facevo ancora fatica a capire quello che stava succedendo, solo di una cosa ero sicura.
-Mi manchi laggiù, sai?- sussurrai pacatamente, rifugiandomi tra le sue braccia.
-Anche tu mi manchi tanto, sorellina. Mi manca abbracciarti e ripeterti quanto tu sia importante per me.- mi strinsi più forte a lui, lasciando che le lacrime facessero come meglio credevano. Se ne era andato troppo presto e io non ero stata preparata a vederlo volare via senza alcun preavviso.
-Ma tu qui sei sempre presente.. sei il mio Sole.- mi baciò i capelli come faceva tutte le volte che voleva rassicurarmi, farmi capire che tutto si sarebbe sistemato.
-Anche io ho un sogno, sai?- dissi dopo un piccolo momento di silenzio.
-Quale?-
-Vorrei che fosse sempre Notte- sospirai sul suo petto, sorridendo.
Rise appena al mio desiderio che, ormai ne ero sicura, era l’unico che potessi considerare davvero splendente, l’unico per cui avrei dato davvero la vita.
-Al prossimo sogno, mio piccolo Sole..- mi regalò un ultimo bacio sulla fronte e un ultimo sorriso e poi svanì, lasciando dietro di sé solo un raggio di luce che, come una carezza, mi svegliò dolcemente.
 
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